Una collaborazione con Shervin Kianersi Haghighi e il gruppo nadine vzw art lab che prende forma a partire dalle ricerche di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Luigi Presicce e Cesare Pietroiusti attorno a Lu Cafausu.
Questo progetto nasce dall’incontro di due idee diverse – una riflessione sul Giardino e una su Lu Cafausu- intrecciate tra loro.
During the one week workshop we propose to think on the Lac o le mon’s Garden as a continuous whole where the garden is more than a garden and never ends.
Abbiamo trovato in Lu Cafausu la forma e lo spazio ideale per accogliere le nostre riflessioni, secondo una routine predefinita.
The question is how to engage the garden in dialogue to us and the building by using different aspects of our works and methods, also to think what it can mean – the dialogue – for the public and local visitors.
Si tratta anche di portare avanti la pratica di abitare un paradosso e di praticare l’accoglienza e la gentilezza in una struttura precaria e mutevole, una metafora che esiste davvero in un movimento a perdere tra l’Interno e l’Esterno, realizzato attraverso i due Cafausi, uno già esistente e insinuato in un quartiere abitato, l’altro evocato dal Giardino e dalla presenza di un Hortus Conclusus, ma fantasma.